sabato 16 novembre 2013

La Cascina Narzo

La cascina Narzo
IN PRINCIPIO L'ABBAZIA
Dopo la caduta dell'Impero romano, furono i monaci a mantenere e migliorare le tecniche di coltivazione dei terreni. La vite in particolare era importante per la religione cristiana: senza il vino non è possibile celebrare la messa. Ogni abbazia o convento doveva quindi essere dotato di terre, che venivano poi coltivate dai monaci e dai contadini che abitavano nei villaggi circostanti.
Numerose abbazie sorsero in Monferrato: a Grazzano, a S. Maria di Lucedio, a Rocca delle donne, a Cereseto. Anche a Sala, in regione Narzo, i monaci Benedettini coltivavano con cura i vigneti per ottenere il prezioso vino.
IL VINO DI DUCHI E MARCHESI
Il vino della Sala viene da subito considerato un prodotto da buongustai, tanto che spesso i feudatari ordinano che i tributi loro dovuti vengano pagati in Barbera, Grignolino o Malvasia. Il 7 ottobre 1632 il responsabile della Ducal Camera chiede ai salesi "brente dodeci di Malvasia", da mandare a Mantova per Sua Altezza Serenissima Carlo I dei Gonzaga Nevers, che sia "buona, dolce et perfetta". E così, come racconta Alessandro Allemano nel suo interessante saggio sull'Archivio storico del paese, la Sala continua a rifornire regolarmente la tavola dei Gonzaga, marchesi del Monferrato e duchi di Mantova.
Si comprende allora la ragione della cura che veniva posta nella salvaguardia dei vigneti. Gli statuti comunali riportano specifiche disposizioni contro chi danneggia o ruba i raccolti. A vigilare sull'applicazione delle norme era la ferraccio, una sorta di polizia locale, che riceveva in appalto il servizio.
LA CASCINA NARZO OGGI
La cascina Narzo e le colline circostanti hanno quindi attraversato i secoli mantenendo una costante: la coltivazione della vite. Dopo il passaggio delle truppe di Napoleone (e si dice che i militari francesi abbiano soggiornato alla cascina, forse attratti dalle sue cantine), la cascina assume l'aspetto attuale.
Due grandi frassini sono le porte d'ingresso del viale che porta sulla cima del colle dove sorge in posizione panoramica la cascina. Ai lati le magnifiche piante di rose, orgoglio della signora Fernanda, e poi l'estensione dei vigneti.
I materiali di costruzione della cascina sono quelli tipici monferrini, il tufo e il mattone, che creano nella facciata un piacevole motivo estetico. Senza dubbio uno degli elementi caratteristici è il fienile, al primo piano dell'edificio, le cui grandi aperture permettevano di immagazzinare notevoli quantità di paglia e fieno. Una botola nella volta permette di far scendere il contenuto del fienile direttamente nella stalla, senz'altro il luogo più caldo durante l'inverno, dove la sera si riuniva l'intera famiglia. Ancora oggi questa stanza ha mantenuto la sua vocazione di luogo di ritrovo: Danilo Spinoglio ha voluto realizzare proprio qui una suggestiva ed accogliente sala degustazione!

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